Inaugurazione 29 novembre ore 17,30 Galleria della Fondazione Il Bisonte Via San Niccolò 24/rosso, Firenze Tel. 055 2342585 e-mail: info@ilbisonte.it – vecchio.ilbisonte.it dal 29 novembre al 21 dicembre 2018 IN MOSTRA: Corso di Specializzazione Annuale: Elisa Cornacchia (Italia) Cosimo Ermini (Italia) Paola Fortes (Spagna) Michela Mascarucci (Italia) Sara Panicci (Italia) Federica Rugnone (Italia) Riccardo Sala...
End of the year exhibitionExhibitionsMostra di Fine Anno 2018

Inaugurazione 29 novembre ore 17,30
Galleria della Fondazione Il Bisonte
Via San Niccolò 24/rosso, Firenze
Tel. 055 2342585
e-mail: info@ilbisonte.it – vecchio.ilbisonte.it
dal 29 novembre al 21 dicembre 2018
IN MOSTRA:
Corso di Specializzazione Annuale:
Elisa Cornacchia (Italia)
Cosimo Ermini (Italia)
Paola Fortes (Spagna)
Michela Mascarucci (Italia)
Sara Panicci (Italia)
Federica Rugnone (Italia)
Riccardo Sala (Italia)
Gianluca Tramonti (Italia)
Corso di Approfondimento:
Arion Bajrami (Albania)
Oliviero Biagetti (Italia)
Modulo Base:
Sylvain Konyali (Francia)
Elena Shaposhnikova (Russia)
Qianqui Wang (Cina)
Shaoju Zhou (Cina)
Estratto dal catalogo:
“Nell’inquietudine e nella difficoltà di incidere, ciò che sostiene è la speranza che nella lastra rimanga qualcosa di non detto che la stampa rivelerà”.
L’incisione è sempre stata considerata un’arte minore: la mancanza di colore, l’operazione di traduzione, il fine spesso “popolare”, sembrano togliere alla pratica incisoria dignità artistica. In realtà, oltre ad avere un ruolo documentario importantissimo, la stampa possiede tutti i canoni della creazione artistica; va aggiunto inoltre che il procedimento è molto complesso mancando all’incisore il controllo completo del proprio lavoro che è obbligato a svolgere a rovescio e in precarie condizioni di visibilità: l’immagine è solo un intreccio di segni, non è concesso vedere, bisogna saper aspettare.
Le opere esposte contengono, sia nel segno tradizionale sia in quello più moderno, il lavoro di sperimentazioni e visioni. Incidere significa proprio vivere in una visione “rinviata”, non definibile nell’atto del segno poiché quest’ultimo è solo l’incipit di una speranza che, in un secondo momento, sarà concretizzata dal torchio.
I lavori in bianco e nero sono racconti che pur svincolati dal colore mantengono uno strettissimo rapporto con la comunicazione più intima. Chi incide infatti conosce in primis il suo rapporto con la punta e la lastra. I giovani studenti scelti rappresentano questo mondo ideale; questo antico motivo di produzione dell’immagine che ha sempre trovato la forza nel rinnovamento del segno, del gesto e anche della tecnica, collaudando sul campo le proprie scelte artistiche. I lavori prodotti sono acqueforti, acquetinte, puntesecche ma soprattutto sperimentazioni e conoscenze in evoluzione.
Incisioni continuamente diverse sia per la particolare individualità dell’artista sia per la differente formazione e cultura; specificità dovute al luogo d’origine, libere scelte, in base alla propria sensibilità, al proprio carattere, per cui vi è chi disegnando si attiene ad aspetti oggettivi, di impronta tradizionale e chi invece preferendo fattezze più sciolte e libere, pratica l’astratto.
Il lavoro è costruito strato dopo strato: c’è il momento in cui si crea la materia ed il momento in cui si toglie, per poi continuare a creare nuova materia e nuove trame per esprimersi con naturalezza ed immediatezza e dar vita così al proprio pensiero.
La magia dell’incisione credo sia nello scoprire come un’azione errata non sia necessariamente uno sbaglio, ma può diventare una soluzione interessante cedendo il passo alla meraviglia della scoperta di un effetto inaspettato che svela nuove incredibili suggestioni.
Anna Di Lorenzo
Storica dell’Arte